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venerdì 7 ottobre 2011

Recensione "The gap" di Michelle Jaffe




Può l’invidia spingere fino all'atto estremo della morte?



Titolo: The gap
titolo originale: Rosebush
Autore: Michelle Jaffe
Editore: Fanucci
Collezione: Teens International
Pagine: 364
Prezzo:16,00 euro

descrizione
Quando Jane si trasferisce nel New Jersey, la nuova scuola le sembra una meraviglia: fa subito amicizia con le due ragazze più in vista dell’istituto, Kate e Langley, entrambe ricchissime e bellissime. Il trio diventa inseparabile e il loro tempo trascorre senza preoccupazioni tra la scelta di un abito e i commenti sui ragazzi. Una notte, però, Jane viene scaraventata da un’auto in corsa e finisce priva di sensi in un cespuglio di rose. Quando si risveglia in ospedale, non ricorda nulla di quanto è accaduto e il suo corpo è completamente paralizzato; inoltre riceve strani regali da un ammiratore che rimane nell'ombra e una serie di telefonate minacciose. Tutte le persone che le stanno attorno sono convinte che Jane abbia delle allucinazioni causate dai medicinali, ma un po’ alla volta lei riesce a mettere insieme i pezzi e a ricostruire la sera dell’incidente.
Quello che scoprirà sarà lontano da ogni possibile verità e la trascinerà in un incubo che sembra non avere fine…





L'AUTRICE:

MICHELE JAFFE è nata a Los Angeles ed è autrice della serie young adults Bad Kitty e di thriller e romanzi per adulti. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in Letterature Comparate presso Harvard, ha abbandonato il mondo accademico e ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Attualmente vive a New York.

Il SITO DELL'AUTRICE QUI





La storia creata da Michelle non è delle più originali, una ragazza alla moda tra le più popolari della sua scuola rimane vittima di un incidente, programmato o casuale? Questa è la domanda che tormenta Jane, adolescente piena di insicurezze, con una grande paura di rimanere sola e non essere accettata. I suoi timori si sono sviluppati dopo la morte dell'amato padre, a influire maggiormente è la nuova relazione della madre con Joe, una figura che saprà stupire la giovane protagonista di questo racconto e che io personalmente ho trovato molto interessante, peccato che l'autrice non abbia voluto approfondire questo personaggio più di tanto.
L'incidente porta Jane a rimanere sotto osservazione in ospedale ed è li che tutte le sue fisime mentali cominceranno a ingrandirsi e a tormentarla, la storia dell'incidente casuale non la convince e poiché la sua memoria è annebbiata non le rimane altro da fare che aspettare, di riacquistare i ricordi smarriti. Il senso d'impotenza e disorientamento la rendono nervosa e a volte paranoica tanto che è lei in prima persona a dubitare della sua sanità mentale.
Come dicevo prima la storia non è delle più originali, ma scorre con naturalezza e inoltre propone al lettore temi importanti, come il rapporto tra genitori e figli nell'età adolescenziale e le "violenze" mentali che si creano fra i corridoi delle scuole per compiacere il così detto "Lider"

Il metodo usato dall'autrice per raccontare queste vicende è schietto senza giri di parole inutili, il linguaggio creato per i vari personaggi, si diversifica in ognuno di loro, i dialoghi sono credibili infatti rappresentano esattamente il linguaggio degli adolescenti dei nostri giorni.
Tutti i personaggi sono ben delineati e dissimili, inoltre con ognuno di loro il lettore affronterà delle tematiche importanti, volutamente create, per rendere più realistiche le personalità dei vari protagonisti di questa storia.
Purtroppo il fattore "effetto sorpresa" non è ben studiato poiché il finale è prevedibile, il lettore riesce a intuire chi è il colpevole quasi fin da subito, nonostante l'autrice abbia fatto del suo meglio per sviare chi legge aggiungendo dettagli eccessivi e anche inutili.

Non toglie il fatto che il racconto riesce a tener vivo l'interesse, le vicende raccontate non sono mai piatte, la curiosità di scoprire e capire, i vari coinvolgimenti dei personaggi che animano l'enigma di Jane, è sempre mantenuta viva. Oltre al mistero dell'incidente, ogni figura a sua volta nasconde dei segreti che la protagonista custodisce dentro la sua mente, questo punto è stato, a parer mio, un po' troppo forzato dall'autrice, casualmente Jane è lo scrigno che racchiude tutti questi misteri, inutili per risolvere il vero enigma e raccontati forse per allungare il racconto.
Sebbene non influisca molto nella lettura, non si può non notare le molte somiglianze con altri racconti che trattano questo argomento.
Anche se la parte thriller non è sapientemente costruita e il racconto non è dei più originali, devo dire che è un romanzo che  si fa amare, perché fa riflettere sulle varie forme di solitudine e cosa ci porta a fare il bisogno di essere accettati dagli altri.


 

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