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giovedì 26 maggio 2011

Recensione "Il superstite" di Wulf Dorn

Buon giorno a tutti oggi vi voglio parlare del nuovo romanzo di Wulf Dorn che dopo  'La Psichiatra', caso editoriale del 2010, è ritornato in libreria con....

Titolo: Il superstite
Autore: Dorn Wulf
Editore: Corbaccio
pagine: 450

descrizione
Prima del silenzio - Inverno, la strada ghiacciata, neve tutt’intorno, un’auto sbanda, si schianta contro un albero, il guidatore è ferito: non riuscirà a salvare suo figlio. Aveva appuntamento con l’uomo che ha rapito il suo bambino quella sera, mentre era fuori casa con il fratello maggiore. Poi la telefonata, la corsa in auto col cuore in gola senza dire nulla a nessuno. E adesso tutto è inutile: sa che sta per morire. Capisce che anche suo figlio morirà; Dopo il silenzio - Da ventitré anni lo psichiatra Jan Forstner vive con l’angoscia della scomparsa del fratello. Tutto ciò che gli resta è un piccolo registratore che Sven aveva portato con sé la notte in cui erano usciti insieme e dove sono incise le sue ultime parole: Quando torniamo a casa? E poi il silenzio. E gli incubi che da quella notte non hanno smesso di tormentarlo. La notte in cui il padre è morto in un incidente d’auto. La vita di Jan si riassume tutta in quella notte: ha studiato psichiatria come suo padre, si è specializzato in criminologia e ora è tornato al punto di partenza: alla Waldklinik, dove lavorava il padre e dove adesso lavorerà anche lui. Vorrebbe dare una svolta alla sua esistenza, ma quando una paziente della clinica si suicida, Jan si trova coinvolto in un’indagine che svelerà un segreto atroce conservato per ventitré anni…

"Non importa quanto tempo è passato. Non importa quanto tu sei cambiato. Il silenzio continuerà ad assordarti"


L'autore:

Wulf Dorn è nato nel 1969. Ha studiato lingue e per anni ha lavorato
come logopedista per la riabilitazione del linguaggio in pazienti psichiatrici.
vive con la moglie e il gatto vicino a Ulm, in Germania. La psichiatra è il suo
primo romanzo ed è diventato un successo grazie
al passaparola dei lettori.





L'infanzia di Jan è spensierata e tranquilla, ma una notte fredda un fatto gli toglierà questa quiete, una ragazza morirà davanti hai suoi occhi, e il fratello minore sparirà .
Il ragazzo non riuscirà a dimenticare questi due avvenimenti e in particolar modo la scomparsa del fratellino, ma non sconvolgerà solo lui, infatti ne risentirà tutta la famiglia.
Jan, cresciuto, decide di intraprendere la carriera di psichiatra come il padre, ma non riesce a dedicarsi pienamente al lavoro perché le sue notti sono fatte di incubi costanti, non riesce a dimenticare il fratello Sven, si sente colpevole e non capisce il perchè il padre dopo la scomparsa di Sven abbia preso la macchina per andare alla ricerca di qualcosa.... trovando la morte. Il giovane decide di ritornare nel luogo della sua travagliata infanzia Fahlenberg, con il vecchio registratore che lo ha accompagnato fin dalla notte della scomparsa del fratello, un vecchio nastro con la vocina di Sven, qui potrà riprendere in mano la sua vita, le verra offerta una seconda possibilità professionale, ma in cambio dovrà sottoporsi a una terapia ipnotica per lavorare nella clinica.

Le domande e i dubbi nella sua mente non vogliono cessare, cosa cercava il padre e che fine ha fatto Sven è morto o no? Ma perché ha la sensazione che la ragazza, morta nel lago, in qualche modo è legata alla sparizione del fratello e il tragico incidente del padre?
Un mucchio di domande e solo Jan potrà trovare le risposte, scavando nel passato della sua anima ma anche nel passato delle persone della cittadina di Fahlenberg.



Cosa dire Wulf Dorn è un abile scrittore e fa piombare i lettori nel suo mondo malinconico, raccapricciante ed enigmatico a volte perfino illogico, ci ritroviamo a dover affrontare medici e pazienti con problemi mentali, ripercorrendo i loro trascorsi attraverso i corridoi della clinica psichiatrica, già incontrata nel suo romanzo d'esordio "La Psichiatra". Un ambiente che viene descritto in modo agghiacciante e che riesce a stimolare nel lettore sensazioni di ansia e a volte paura, anche se a parer mio nel suo primo romanzo, queste sensazioni venivano stimolate meglio. In questo nuovo racconto penso che l'autore abbia voluto giocare di più con i personaggi, che sono molti, tralasciando l'effetto tetro dei luoghi che a volte riescono a stimolare il lettore. Forse l'archivio sotterraneo della clinica, che inizialmente verrà spesso tirato in ballo poi con l'andare avanti della storia meno fino quasi a scomparire, poteva essere un luogo interessante dove sviluppare di più le vicende, insomma diciamo che mentre nel suo romanzo d'esordio ogni singola ambientazione lasciava il lettore con la pelle d'oca, qui purtroppo secondo me non c'è riuscito.
Una delle scene che può mettere un pò di panico è la morte di Alexandra, che sconvolgerà il protagonista fin dalle prime pagine, una ragazza in preda alla paura che corre in pieno inverno con adosso solo un leggero camice e che impaurita decide di attraversare il lago ghiacciato, Jan proverà a salvarla ma non ci sarà via di scampo, la poverà ragazza annegherà.

I personaggi, come dicevo prima, sono numerosi e ognuno di loro si intreccerà nella storia per riuscire a portare il lettore fuori pista, anche se devo dirvi la verità circa a pagina venti avevo già risolto l'enigma, infatti penso che questo voler stra fare con più personaggi non sia riuscito molto bene  il risultato appare ovvio; nella "psichiatra" i personaggi non erano molti ma comunque l'enigma era stato nascosto meglio tramite le sensazioni, i pensieri, gli odori e le ambientazioni che erano descritte in maniera meno superficiale ma più articolata, infatti fin dalle prime pagine ero stata risucchiata nella storia mentre con "Il superstite" purtroppo non sono riuscita ad entrarci a pieno.

Il lato di suspance è minimo a volte neanche si percepisce, le scene sono sempre sullo stesso livello di tensione non ci sono attimi di colpi di scena, l'unico momento che secondo me poteva  tenere il lettore in allarme è quando la giornalista Carla di nascosto entra nella stanza rossa.
 Una zona sfissiante poichè quel rosso intenso dava ai pazienti un effetto di caldo soffocante. Carla vuole scoprire cosa nasconde il medico, purtroppo oltre al fatto che lei si intrufola altro non c'è, anche questo punto è stato reso molto soft, mi aspettavo momenti più intensi e psicologici ma purtroppo non ce ne sono stati.
Posso dire che è stata una lettura piacevole, lo scrittore è molto bravo a interpretare i sentimenti dei vari personaggi a raccontare e svelare le loro paure. Una cosa che ho apprezzato molto, è stato l'affrontare la tematica di come un trauma giovanile possa portare complicazioni nella mente di una persona, se non aiutata, ho trovato questo punto molto ben sviluppato, forse meglio di tutta l'intera storia.


Comunque,anche se è una lettura piacevole, ho trovato "Il superstite" un thriller un pò banale e scontato, le vicende a volte sembrano troncate, buttate li come se allo scrittore non venisse in mente un modo per approfondirle. Troppi personaggi a volte nei thriller fanno intuire che l'autore, senza riempirci la testa di nomi, non sarebbe riuscito a nascondere fino alla fine l'enigma (cosa che non avviene neppure con questo metodo) .... A me questo riempire il romanzo di personaggi, a volte inutili, mi ha irritata molto e secondo me ha giocato a sfavore di questo racconto.






1 pensieri:

Wallace73 ha detto...

Aspettavo con ansia il suo nuovo libro dopo aver a suo tempo divorato letteralmente "La psichiatra"

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